Dopo il “question time” dello scorso 8 novembre 2016, questa mattina presso il Comune di Avellino, i consiglieri comunali del gruppo Si Può, Francesca Di Iorio e Giancarlo Giordano si sono confrontati con la stampa sulla convenzione dell’U.S. Avellino. In questa occasione, i due rappresentanti hanno anche risposto alle accuse del presidente Walter Taccone, che vedeva i consiglieri comunali distratti a “mangiare pasta e fagioli”, mentre gli addetti lavoravano “per mettere apposto una struttura che potesse dare lustro alla città”. Durante la conferenza, Giordano ha messo in chiaro la posizione del suo gruppo rispetto alle questioni che riguardano la città di Avellino, dalla Casina del Principe, allo Stadio Roca, dalle palestre comunali fino al tabaccaio del tribunale. “Il sindaco non ha difeso la dignità istituzionale di questo luogo – spiega il consigliere -. È inconcepibile che i rappresentanti dei cittadini vengano offesi da un estraneo solo perché affermano che c’è una situazione che vede il Comune creditore. Noi chiediamo solo che questi debiti vengano sanati. Soprattutto da un imprenditore che si propone di costruire la cittadella dello sport e che qualche anno fa, aveva presentato una manifestazione di interesse per un investimento di 50 milioni di euro. Noi siamo interessati ai nuovi investimenti in città, solo se si gioca a carte scoperte”. Intanto, il Comune di Avellino ha diffidato la società biancoverde al pagamento degli 803mila euro per i canoni di locazione arretrati dello Stadio Partenio-Lombardi. L’U.S. Avellino, d’altro canto, vanterebbe 1,3 milioni circa per i lavori effettuati nell’impianto dal 2013 ad oggi. Il legale sostiene che il Comune avesse autorizzato, formalmente o verbalmente, la società a realizzare tutti i lavori. La consigliera comunale, Francesca Di Iorio, ha richiesto un riscontro all’Ufficio Impianti sportivi, senza ottenere risposta. Da qui poi l’attacco del presidente. “Bisogna capire quale lavori l’U.S. Avellino ha effettuato sullo Stadio Partenio al 20 giugno 2013 – spiega Di Iorio -. Non ci risultano gare su questi lavori. Anzi, ci risulta, dagli atti amministrativi, che l’ufficio lavori sportivi non ha mai relazionato in merito al progetto o autorizzato i lavori”. Nella delibera commissariale, che fissa le linee guida del documento, si vieta la compensazione tra i canoni e il costo dei lavori, mentre la Convenzione, stipulata al giugno 2013, in contrasto con la delibera commissariale, si apre a questa possibilità, come spiega la consigliera: “Nella convenzione, sono richiamati 354 mila euro di canoni non riscossi, per la quale si poteva effettuare una compensazione, salvo valutazione degli uffici”. Di Iorio continua: “Recuperare questi crediti favorirebbe nuove attività”. Dal 2013 ad oggi, quindi, è tutto da chiarire sui canoni non riscossi e sui lavori fatti. Al momento, si starebbero valutando gli aspetti tecnici della vicenda e gli uffici sarebbero pronti a fare i conti. “Non mi spaventa la riqualificazione della zona dello stadio, ma deve essere una discussione chiara – conclude Giordano. Se un’amministrazione ha come orientamento generale quello di produrre reddito attraverso i fitti delle strutture, quei fitti li deve riscuotere”. Alla domanda: “c’è il rischio di ritrovarci un buco in bilancio?”, il consigliere risponde: “spero di no”.
HA COLLABORATO TERESA SEPE