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Bilancio Coldiretti su Sisma Centro Italia

Bilancio Coldiretti su Sisma Centro Italia

3 Novembre 2016 | by Anna Liguori
Bilancio Coldiretti su Sisma Centro Italia
Attualità
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ROMA – Quasi tre italiani su quattro (74%) hanno partecipato ad iniziative di solidarietà per il terremoto che hanno spaziato dagli SMS all’amatriciana fino alla caciotta solidale fatta con il latte degli allevamenti da Amatrice a Norcia. È quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe’ che testimonia la grande partecipazione degli italiani al dolore, ma anche l’impegno per la ricostruzione e la ripresa economica dei territori colpiti. Ben il 42% degli italiani ha donato con SMS o su conto corrente, il 19% tramite associazioni e ben il 13% mangiando l’amatriciana nei luoghi che – sottolinea la Coldiretti – hanno aderito all’iniziativa di sostegno che si è estesa anche all’estero. Tra coloro che hanno donato – continua la Coldiretti – il 76% ritiene che acquistare prodotti alimentari del territorio colpito dal sisma possa aiutare la ripresa. Lo dimostra la corsa all’acquisto nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica delle cosiddette caciotte solidali ottenute con il latte proveniente dalle stalle delle aree terremotate, da Amatrice a Norcia, che – precisa la Coldiretti – ha coinvolto quasi 15mila cittadini ed è stata effettuata con successo anche a New York nel farmer market tra 47th e 2nd avenue in Dag Hammarskjold Plaza frequentato da diplomatici di tutto il mondo. Il terremoto ha colpito un territorio con una forte vocazione agricola in cui si contano 3mila aziende a rischio con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali, secondo una stima della Coldiretti.

L’agricoltura, tra manodopera familiare ed esterna, contribuisce in modo importante all’occupazione e all’economia di quei territori. Un’attività che – sottolinea la Coldiretti – alimenta anche un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo che sostengono che il flusso turistico che, tra ristorazione e souvenir, è la linfa vitale per la popolazione. Le scosse mettono a rischio un sistema che secondo la Coldiretti offre opportunità occupazionali solo nella fase di produzione agroalimentare ad almeno diecimila persone, ma in pericolo ci sono anche specialità conservate da secoli, dalla lenticchia di Castelluccio al pecorino dei Sibillini, dal Vitellone Bianco Igp alla patata rossa di Colfiorito fino al prosciutto di Norcia Igp che, con una produzione di 2350 tonnellate, fattura oltre 50 milioni di euro, ma che nell’insieme rappresentano un patrimonio culturale del Paese, oltre che economico ed occupazionale. Nelle aziende agricole e in quelle agroalimentari si contano danni strutturali a fabbricati, impianti e strumenti, ma anche difficoltà a garantire l’alimentazione e l’acqua agli animali mentre la presenza di frane e smottamenti sulle strade rurali impedisce la circolazione e la raccolta e consegna dei prodotti. Gli animali devono mangiare tutti i giorni e le mucche devono essere munte due volte al giorno e per questo gli allevatori – sottolinea la Coldiretti – non possono trasferirsi lontano da mandrie e greggi che, senza vigilanza, rischiano peraltro nelle montagne di essere preda dei lupi. “Occorre una corsa contro il tempo per dare la possibilità agli allevatori di stare vicino ai propri animali con container, roulotte o moduli abitativi ma servono anche ricoveri sicuri per il bestiame con stalle, fienili e casolari lesionati, distrutti o inagibili”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’emergenza è peggiorata e molte aziende oggi rischiano di chiudere per sempre se non si creano le condizioni per restare sul posto, garantendo vivibilità e operatività per accudire il bestiame e dare continuità alle attività produttive”.

Per aiutare le aree rurali è anche attivo uno specifico conto corrente denominato “COLDIRETTI PRO-TERREMOTATI” (IBAN: IT 74 N 05704 03200 000000127000) dove indirizzare la raccolta di fondi.

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