BENEVENTO- Il fatto non sussiste. Con questa formula il Tribunale di Benevento ha assolto i 22 imputati del processo sull’inquinamento dei fiumi Calore Sabato e Isclero. Alla sbarra i sindaci di 22 cittadine del Sannio nei confronti dei quali l’accusa era quella di disastro ambientale colposo per avere sversato nei corsi d’acqua gli scarichi senza avere provveduto alla deputrazione preventiva. Per questo reato il PM Donatella Palumbo aveva chiesto la condanna ad un anno di reclusione per concorso in disastro ambientale colposo per tredici degli imputati. Per tutti lo stesso PM aveva invece chiesto l’assoluzione per quanto concerneva il reato di omissione di atti d’ufficio. La sentenza, di cui ora si attende la motivazione, emessa dal collegio giudicante presieduto da Marilisa Rinaldi ha invece assolto tutti gli imputati perchè “il fatto non sussiste”. E così, dopo cinque anni, si pone fine a questa vicenda partita dalle indagini condotte dalla Forestale con l’ausilio tecnico dell’Arpac e la cui notizia criminis era finita sulla scrivania di Antonio Clemente, all’epoca dei fatti pubblico ministero presso la Procura di Benevento. Il successivo passaggio, con la decisione del Giudice dell’Udienza Preliminare Pezza di rinviare a giudizio solo 22 dei 38 indagati, ha dato origine al dibattimento che si è chiuso ieri pomeriggio con la sentenza del Tribunale.