Ore 17:30- In un teatro gremito Matteo Renzi fa il suo ingresso dopo l’incontro con i sindaci della provincia in Prefettura. Look d’ordinanza per il Premier: camicia bianca e cravatta nera.
Subito su ex irisbus e valorizzazione delle eccellenze dell’Irpinia: olio, pasta, vino, concerie, moda. A Napoli ha siglato il patto per la città capoluogo.
Dopo un breve accenno ai temi del territorio pronti via con i temi caldi della campagna referendaria:
IMMIGRAZIONE, fondamentale è che in Italia si cambi politica sull’emigrazione, ma l’Italia è Paese solidale e aiuta tutti coloro che sono in difficoltà. Ribadisce il concetto: l’Italia è leale sull’immigrazione ma l’Europa faccia la sua parte. “NO ai muri, SI alla solidarietà razionale.”
CASA BIANCA, l’Italia gode di prestigio nel mondo. Smettere con la cultura dei piagnistei.
Renzi a volo d’angelo sulle varie tematiche della sua venuta in Irpinia. Parla di enogastronomia e di realtà produttive di eccellenza in provincia di Avellino. Fa riferimento a Ferragamo, “fiorentino solo di adozione.”
Ringrazia De Luca presente al Teatro.
“La storia del Paese più bella è il suo futuro”
RIFORME: “Se ne parla da tempo immemore”. Cita Spadolini, De Mita, Lotti, D’Alema. Renzi giogioneggia, ammicca la platea e lo fa con grande maestria. Spiega che la riforma non tocca la struttura dell’equilibrio dei poteri: il SI alla riforma non aumenta i poteri del Presidente del Consiglio, spiega che i padri costituenti non volevano il bicameralismo perfetto. E cita i grandi leaders democristiani e comunisti.
SENATO: per la prima volta si sceglie di emandare il Senato. Senato che solo in Italia concorre a dare la fiducia al Governo, mentre in Europa non accade. Tutto questo, secondo Renzi, concorrerà a dare maggiore forza al Governo in termini di tenuta. Spiega, ad una platea amica, che la “navetta” Camera-Senato è esasperante e mentre il Palazzo decide, il Paese corre veloce e si allarga la forbice tra Paese Reale e quello Legale. Il nostro è l’attacco alla burocrazia.
IMMUNITA’: ironizza sul fatto che l’unico Paese a proporre l’abolizione è la Turchia. Con il “NO” l’immunità l’hanno in 950, con il “SI” 730. “Non diamo immunità a Sindaci e Presidenti di Regione. Il cambiamento è indispensabile”. Attacca la minoranza PD che lo accusa di inerzia e di immobilismo.
Poi la platea si scalda “Se ne devono andare tutti e tutti si devono decurtare lo stipendio”. Renzi li ammonisce e catechizza: “NO al qualunquismo!” e li invita a non lasciarsi andare alla deriva del “tutti a casa”.
“S’è fatta ‘na certa, devo tornare a Roma” dice, ridendo “Monti e Salvini non hanno un’idea di Europa condivisa. D’Alema e Grillo non la pensano allo stesso modo. Il punto chiave è che quando uno dice che l’Italia è una dittatura e ci paragona a Pinochet non si rende conto che giocare con parole come dittatura è ingiusto per l’Italia”-continua- “per fare politica bisogna avere idee positive e non bisogna parlare male degli altri, questo non porta da nessuna parte. Noi abbiamo un’idea positiva di Italia nel mondo. Mancano 39 giorni io continuerò ad operare verso il “SI” perché la vera idea di cambiamento per l’Italia è il “SI”. Quelli che voteranno per il “NO” li rispetto. A quelli che, invece, il 4 dicembre vogliono votare per il “SI” chiedo di fare un comitato, di fare gruppo e di arrivare coesi al voto.
Viva Avellino.
Viva l’Italia.”
Ore 18:30- Così finisce l’intervento del Premier Renzi ad Avellino.