C’e’ anche un ricercatore avellinese di 36 anni, Gaetano Santulli, tra i sei scienziati italiani a cui e’ stato attribuito il premio della ISSNAF (Italian Scientists and Scholars of North America Foundation), la fondazione nata nel 2008 su iniziativa di 36 scienziati ed accademici, tra cui figurano anche quattro Premi Nobel, che riunisce 4mila scienziati italiani impegnati nelle loro attivita’ in Nord America. A Santulli e’ stato consegnato, ex aequo con Silvia Balbo, di Torino, il premio Hogan Lovells Award in Medicine, Biosciences and Cognitive Science. La consegna dei premi si e’ tenuta durante l’evento annuale di ISSNAF, nell’ambasciata italiana a Washington. La storia di Santulli parte dalla sua citta’ di nascita, Avellino, e arriva fino alla Columbia University di New York, passando per gli studi a Napoli. Impegno e sacrifici profusi con un unico obiettivo: trovare nuove soluzioni per sconfiggere le malattie del cuore. A soli 36 anni Gaetano Santulli vanta la citazione fra i Top Italian Scientists nella graduatoria curata da VIA-Academy, con oltre 100 pubblicazioni e un indice di Hirsch pari a 35, e piu’ di 2700 citazioni. “Ho presentato una linea di ricerca – racconta lo scienziato irpino – che individua nei flussi di calcio tra reticolo endoplasmatico e mitocondri un potenziale bersaglio per la cura di diverse malattie, dallo scompenso cardiaco al diabete”. “Non escludo il ritorno in Italia, – aggiunge Santulli – durante la mia permanenza negli USA ho creato numerose collaborazioni, anche con professionisti che lavorano in Italia. Ho ricevuto e sto ancora ricevendo interessanti proposte di lavoro da varie parti del mondo; decidero’ il da farsi al momento opportuno”. Con Santulli e Balbo (che lavora in Minnesota), sono stati premiati anche Ilaria Iacobucci, di Termoli, che lavora a Memphis; Umberto Berardi, di Foggi, professore a Toronto; Patrizio Antici, nato a Bruxelles, che lavora in Canada e Andrea Isella, di Sovico (Monza e Brianza), impegnato come assistente professore alla Rice University di Houston.
