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Benevento| Vicenda Mediateca, L@p Asilo 31: “risultato dell’abbandono della città”

Benevento| Vicenda Mediateca, L@p Asilo 31: “risultato dell’abbandono della città”

12 Ottobre 2016 | by Anna Liguori
Benevento| Vicenda Mediateca, L@p Asilo 31: “risultato dell’abbandono della città”
Attualità
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foto tratta dal profilo facebook “Sannio Report”

BENEVENTO – Sulla vicenda della devastazione da parte dei vandali nella mediateca della Spina Verde al Rione Libertà è intervenuto, in una nota stampa, il L@p Asilo 31.

“I gravissimi atti di teppismo della scorsa notte che hanno devastato la mediateca presso il Rione Libertà, dopo una sistematica devastazione dell’intera area della spina verde, costringono ad una riflessione seria sulfuturo degli spazi comunali e sulla loro gestione.S iamo consapevoli che invece i gravi fatti di questa notte determineranno l’ennesima rincorsa ai ripari e ad una maggiore intensificazione del livello di controllo sociale e di repressione all’interno della città come se la devastazione ed il degrado sociale e poi urbano si combattono con l’installazione di qualche telecamera in più. Negli ultimi anni Benevento ha visto moltiplicare il numero di telecamere dal centro storico ai quartieri popolari eppure i gravi atti di devastazione non si sono placati.
Se ci sono persone che nel quartiere dove vivono quotidianamente trovano divertente devastare spazi pubblici di cui potrebbero essere fruitori è evidente che si tratta di un problema sociale che non può essere risolto di certo con qualche telecamera o qualche volante in più.
Gli spazi comunali non vanno lasciati all’incuria e al degrado”, tuonano dal L@p, “se la mediateca fosse stata sin da subito aperta e affidata rispettando la propria destinazione d’uso oggi di certo non staremmo parlando della sua devastazione. Gli spazi comunali vanno affidati gratuitamente alle realtà sociali e culturali che sono capaci di offrire un servizio alla comunità ed invece in questi anni si è pensato bene di mortificare quelle esperienze che soprattutto al Rione Libertà provano quotidianamente a combattere con il proprio attivismo la desertificazione, l’emarginazione sociale, il degrado giovanile.
Fedele ai disposti della Corte dei Conti il Comune ha pensato bene di vessare con assurde richieste di pagamenti di esosi canoni di affitto le realtà dell’associazionismo, che riempiono di socialità gli spazi comunali anziche regalarli alla devastazione e al saccheggio.

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Nelle prossime ore assisteremo allo squallido spettacolo di chi proverà a strumentalizzare tale episodio invocando sicurezza, controlli, pene certe, caccia all’uomo. Il degrado giovanile e l’emarginazione sociale si combattono con le attività culturali, artistiche, sociali, dimostrando ai giovani della città che esiste un’alternativa valida che è quella dell’impegno sociale e culturale a sostegno della propria comunità.
Gli spazi comunali con destinazione ad uso culturale e sociale come lo è la mediateca devono essere affidati alle realtà dell’associazionismo per questo richiediamo da tempo che le politiche cieche del far cassa non vengano applicate ad un ambito così delicato che va sostenuto dalle istituzioni. Non si può ipocritamente condannare il vandalismo imperante senza andare a fondo e scoprire le radici sociali di tale malessere e le azioni concrete a lungo termine da mettere in campo per combatterlo attivamente.
Da circa un mese abbiamo presentato ai consiglieri comunali una proposta di regolamento per la gestione degli immobili ad uso sociale e culturale ma ancora non giunge alcuna risposta o richiesta di approfondimento..
Dal giorno Sette Luglio 2016 è stata protocollata una richiesta di incontro con il Sindaco Mastella per discutere dell’annosa vicenda degli spazi sociali ed ancora attendiamo di essere ricevuti e lo stesso vale per l’Assessore all’associazionismo Patrizia Maio.
Bisogna al più presto regolamentare la gestione degli immobili ad uso sociale e culturale della città affermando il principio della gratuità per chi offre servizi e prestazioni alla comunità, bisogna affidare gli spazi comunali vuoti per riempirli di attività culturali che siano un’attrattiva per i giovani della città, un’alternativa reale ad una vita di strada nelle braccia della micro o macro criminalità. Se non lo faranno le istituzioni a farlo lo faranno le stesse realtà sociali che rivendicano da anni il diritto di autogestire gli spazi comunali occupando tali stabili, riqualificandoli e restituendoli alla comunità, strappandoli al saccheggio e alla devastazione”.

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