BENEVENTO- “Apprendiamo con soddisfazione la decisione del Miur, arrivata dopo l’incontro dell’Ufficio scolastico regionale del Piemonte con i dirigenti scolastici del primo ciclo di Torino per individuare una linea di comportamento comune sulla fruizione del cosiddetto «pasto domestico”. Lo riportano in una nota i consiglieri pentastellati Nicola Sguera e Marianna Farese. ” Gli alunni consumeranno il pasto nello stesso refettorio anche attraverso l’individuazione di apposite aree dedicate. “Il servizio di pulizia, laddove sia necessario, sarà assicurato dal personale Ata negli spazi dedicati al consumo del pasto domestico. L’Ufficio scolastico regionale si è impegnato a garantire le eventuali risorse aggiuntive necessarie. Saranno i docenti ad assicurare la sorveglianza e l’assistenza educativa a tutti gli allievi”. “I referenti piemontesi del Miur annunciano anche che creeranno un Osservatorio regionale sul pasto domestico, che sarà “un luogo di confronto, monitoraggio, consulenza e sviluppo di buone pratiche”. L’obiettivo, continua la nota, è “aprire un dialogo costruttivo tra le parti per ritrovare il senso di comunità e rafforzare i valori di inclusione e coesione fondamentali in ogni progetto educativo”. Sguera e Farese tornano al Consiglio del 28 settembre scorso quando annunciarono che a fruire del servizio mensa, dopo la riconferma di Quadrelle, sarebbe stato un numero di utenti molto al di sotto della soglia delle 600 unità. “I dati ad ora sono al di sotto di qualunque più catastrofica previsione con sole duecento domande per la mensa pubblica segno evidente il “decisionismo” in questioni complesse e delicate, il “ghe pensi mi” in salsa meridionale non funziona. OI consiglieri del Movimento 5 Stelle provano a dare una loro indicazione. “Sono già in corso sopralluoghi per individuare la ridefinizione dello spazio destinato alla ristorazione scolastica e quello al consumo del pasto domestico, che torna ad essere spazio scuola. Inoltre per quanto riguarda le questioni igienico-sanitarie è stato evidenziato che la responsabilità dello spazio in cui si consuma la ristorazione collettiva è delle aziende di ristorazione, che non può essere estesa a quelli in cui si consumano i pasti domestici. È stato inoltre ribadito che l’Asl non ha competenza di controllo sulla sicurezza degli alimenti portati da casa, e sta elaborando un decalogo per le famiglie. Adesso, quindi, a Benevento, l’attenzione si sposta inevitabilmente nei confronti del Comune, protagonista in negativo di una gara d’appalto vinta dalla Quadrelle 2001, ma che brancola ancora nel buio e che ha creato profonde preoccupazione nelle famiglie e nei lavoratori della ditta”.