BENEVENTO- Il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è riunito ieri in Prefettura. Sul tappeto il problema della sicurezza pubblica messa in discussione “dall’esuberanza” di alcuni extracomunitari o migranti, come oggi si suole definire quelle genti che ci ritroviamo ad ogni semaforo oppure ciondolare sui muri e nelle strade. Tutta gente che infastidisce il cittadino rispettoso delle leggi e che intende vivere in un contesto civile e decoroso, magari senza porsi troppe domande su come vanno le cose fidandosi delle rassicurazioni che arrivano dagli house-organs del potere, piccolo o grande che sia, che per contratto fanno da megafono al potente di turno. E così una rissa, fatto grave a prescindere, diventa la classica goccia che fa traboccare il vaso e induce a riunire comitati; in seguito ai quali si chiede che si faccia chiarezza sui centri di accoglienza per garantire la sicurezza cittadina.
Altrabenevento interviene sulla questione. “E’ ora di vederci chiaro sul sistema di “accoglienza” degli immigrati e sui controlli”, scrive Gabriele Corona. Chi sono i proprietari delle strutture che “ospitano” i richiedenti asilo? Quanto ci guadagnano? Sono benefattori o faccendieri che utilizzano edifici non adeguati? E’ vero che siamo di fronte ad una grande emergenza umanitaria, ma se le autorità preposte a dare le autorizzazioni o ad effettuare i controlli, chiudono un occhio sul sistema della “accoglienza”, allora diventano inevitabili gli affari loschi di faccendieri e camorristi. Intanto, i patrioti che vogliono mostrare i muscoli, potrebbero organizzare le ronde del sabato sera nel centro storico patrimonio dell’Unesco, offeso e vilipeso durante la movida. Risse continue, aggressioni ed insulti ai residenti, spaccio di droga, urina e vomito nei vicoli e sulle porte di accesso alle abitazioni. Ma in questo caso si tratta di delinquenti “bianchi” che alimentano economie locali e che peraltro hanno pure diritto di voto”.