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Benevento| Lavoratori ex Consorzi: «Ancora problemi per il ritorno al lavoro»

Benevento| Lavoratori ex Consorzi: «Ancora problemi per il ritorno al lavoro»

3 Ottobre 2016 | by redazione Labtv
Benevento| Lavoratori ex Consorzi: «Ancora problemi per il ritorno al lavoro»
Attualità
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BENEVENTO – I lavoratori degli ex Consorzi fanno sentire la propria voce in merito alla polemica dei corsi di formazione.Di seguito una nota congiunta a firma del portavoce Piero Mancini.

«Venerdì 30 settembre, si è tenuta l’ennesima riunione a Napoli, tra amministratori regionali e i sindacati, per confrontarsi sul destino di circa 1200 dipendenti degli ex Consorzi per la raccolta differenziata, che hanno operato in Campania dal 2000 al 2010. I corsi di riqualificazione, della durata di quattrocento ore, 4 mesi, saranno allungati di altre 200 ore. Due mesi ancora, per permettere la costituzione degli ATO in tutta la regione. Gli ATO dovrebbero essere stati costituiti da tempo, se la legge regionale che li prevede fosse rispettata. Come al solito: gli interessi dei sindaci non permettono a più di mille lavoratori di usufruire dei propri diritti.

Una storia ormai ventennale nella nostra regione. Alla fine dei corsi di riqualificazione i lavoratori dovrebbero essere utilizzati, per implementare la raccolta differenziata, in quei comuni che ancora non raggiungono il 46%.

I comuni sono: Napoli, Avellino, Capua, Castelvolturno, Mondragone, Arzano,

Gricignano di Aversa, Orte di Atella, San Marcellino, San Nicola la Strada, Pagani, Sant’Arpino, Villa Literno, Maddaloni, Afragola, Caivano, Casandrino, Casavatore, Forio, Marano di Napoli, Melito di Napoli, Villaricca, Sant’Antonio Abate, Ercolano e Nocera Inferiore.

I lavoratori residenti nella nostra provincia saranno dislocati, dalla Regione, in questi comuni.

Ciò – continua –  mette in ansia i lavoratori perchè la Regione, come ha già ampiamente dimostrato nella dislocazione dei corsi di riqualificazione, con “ l’aiuto “ di qualche “ sindacalista “ maneggione, potrebbe ancora una volta fare delle scelte cervellotiche, che danneggiano fortemente i lavoratori, e non tenere in alcun conto il dato più logico: quello della distanza fra la residenza del lavoratore e il comune dove prestare l’opera.

Su questa problematica ci muoveremo prima che siano state definite, da parte della Regione, le destinazioni: la recente negativa esperienza deve servire per prevenire.

Intanto, alcuni lavoratori hanno costituito un comitato di lotta per tutelare i diritti previsti dalla legge regionale, che se venisse rispettata farebbe ritornare subito al lavoro tutti nella nostra provincia, senza farci girovagare.

 

 

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