AVELLINO- Macerie, degrado, e il nulla. Un bilancio del Forum dei Giovani dopo l’esperienza vissuta ad Amatrice, cuore pulsante del Sisma di fine agosto.
“Ciò che abbiamo visto ad Amatrice non è paragonabile a quanto si vede sui media. Tv e Internet ci bombardano di immagini, testimonianze e racconti che non danno la minima idea della situazione in cui gli sfollati versano. Li abbiamo visti combattere contro la forza della natura chiusi in tende buie, in campi dimenticati dal mondo. Un’esperienza che ci ha segnati e che lascerà ricordi indelebili”
La delegazione del Forum dei Giovani di Avellino, formata da Stefano Luongo, Bruno Minicozzi, Aldo Pio Feoli ed Ersilia Di Grezia, insieme ai ragazzi di Enterprise, Luca Cioffi e Daniele De Vinco, con i volontari Francesco Monteforte e Antonio Nasti e il gruppo musicale dei Molotov d’Irpinia, ha trascorso una giornata ad Amatrice, consegnando i beni di prima necessità raccolti nei giorni successivi al sisma nella sede del Forum dei Giovani. E ora ve la raccontiamo.
Leggiamo “Benvenuti ad Amatrice, uno dei borghi più belli d’Italia”, una didascalia diventata paradossale in un’atmosfera di silenzio e vuoto. Accolti dalla Protezione Civile della Regione Lazio e di Milano, ci addentriamo nel paese che non vive più. I crolli lo hanno devastato. Le costruzioni dell’uomo cancellate in un attimo. Un rumore, un fremito, la terra si muove e nulla rimane. Macerie ovunque, in un paese deserto, dove incontri soltanto Forze dell’Ordine e volontari. Colpisce l’immagine di un letto rimasto sospeso sulle macerie di una villetta, una donna si è salvata dormendo. Altre centinaia di persone come lei, non sono state così fortunate. Tutti hanno perso qualcuno, in quei campi dove ci addentriamo carichi di roba.
Nelle tende, da otto o dieci persone, c’è chi si chiude dentro e cerca un po’ di privacy, chi invece cammina avanti e indietro senza una meta. Quando offriamo gli scatoloni colmi ci chiedono giacche, giubbini, lenzuola, coperte e abiti per bimbi. Sono i prodotti più richiesti, l’inverno sarà duro. Gli abitanti del posto si mostrano contenti del nostro arrivo, ma negli occhi gli si legge la disperazione. Ce lo avevano raccontato i nostri genitori e i nostri nonni, ora sappiamo davvero di cosa parlavano. La tenda di Save The Children è la più movimentata. Animatori e volontari cercano di far divertire i bambini, con canti e giochi di gruppo. Sono loro quelli che ne risentiranno di più, soprattutto col passare dei mesi. Ma sono la vera anima di quel che resta di Amatrice. I bimbi, capaci di tutto. Un pupazzo, un piccolo giocattolo, una macchinina, e la gioia per il dono ricevuto che trasforma gli occhi disperati dei genitori in sguardi di felicità. Sono quei momenti che convinceranno i più grandi a lottare e non mollare mai, per ricominciare, prima o poi.
Il gesto di cuore e solidarietà degli avellinesi è stato ripagato con i sorrisi dei bambini. Non esiste immagine più bella di questa”.