MILANO – Sono nervosi, pieni di dolori e distrutti da intere notti in bianco passate a tormentarsi all’idea di dover tornare sui banchi. Sono gli studenti italiani in piena crisi da back to school. Se infatti era immaginabile che circa 1 su 2 non fosse affatto contento di dover rientrare in classe, lo era certamente meno il fatto che più di 1 su 4 raccontasse di essere davvero in agitazione. Uno stato d’animo che spesso sfocia in un vero e proprio malessere fisico: l’84% si sente stanco al solo pensiero di ricominciare la scuola e il 56% racconta di avere, addirittura, mal di testa, dolori al collo o alla schiena. Peggio, 2 su 5 affermano di accusare anche mal di stomaco e indigestione. A tirare un po’ su il morale dei ragazzi, il pensiero per 1 su 3 di rivedere i compagni di classe. Veri e propri sintomi da mal di scuola e a subirli maggiormente sembrano essere le ragazze. Li racconta una ricerca di Skuola.net e dell’Osservatorio Nazionale Adolescienza su circa 1700 ragazzi di medie e superiori.
Tornare a scuola fa paura e non solo in senso metaforico. Circa il 72% degli intervistati ammette di sentirsi impaurito – spesso o qualche volta – al pensiero del suo rientro in classe, il 61% dice di essere proprio preda di veri e propri attacchi d’ansia e di panico con la stessa frequenza. E in ogni caso l’85% ammette di sentirsi nervoso all’idea di rivedere prof e compagni di scuola.
Un’esagerazione? Forse. Fatto sta che sembrerebbe proprio che i teen vivano talmente male il loro ritorno a scuola, da riflettere questo malessere psicologico anche sul fisico. Così il 61% del campione dice di far fatica ad addormentarsi – spesso o qualche volta – e che, pure quando ci riesce, si sveglia più volte durante la notte. Per non parlare di chi non sa più nemmeno cosa voglia dire farsi un sonno tranquillo: quasi la metà degli studenti intervistati dice di aver avuto persino gli incubi alla sola idea di dover affrontare il suo back to school.
Sono in particolare due i fattori che più spaventano i teen alle prese con il loro primo giorno di scuola: non aver terminato (o proprio svolto) i compiti per le vacanze (24%), e il pensiero di dover presto rinunciare al tempo libero e alle uscite con gli amici per passare i pomeriggi sui libri (24%). Non manca chi si agita all’idea di dover ricominciare ad alzarsi presto la mattina (19%) o chi non riesce proprio a far pace con quella di dover rinunciare a tutte le sue abitudini estive. I compagni di scuola e il pensiero di doverli rivedere rappresentano invece un problema solo per un piccolo 5%, mentre poco di più temono di non sentirsi alla loro altezza o di dover invece rivedere gli insegnanti (entrambi i fattori sono lo spauracchio del 6% del campione). La paura di non sapere cosa indossare per il primo giorno di scuola è invece l’incubo solamente del 3% degli studenti.
“Può capitare di vivere una vera e propria ‘sindrome da rientro’ a scuola– dichiara a Skuola.net Maura Manca, psicoterapeuta, presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza- In questi casi il corpo sta mandando dei segnali di allarme che generano una condizione psico-fisica di stress. Iniziare l’anno scolastico già in uno stato di appesantimento psichico e fisico non aiuta per niente: si parte svogliati, preoccupati e tutto questo va a gravare sul livello di attenzione, concentrazione e sulla voglia di fare le cose. Per questa ragione si deve correre ai ripari e riprendere le redini della situazione, non lasciare spazio ai pensieri negativi e cercare di vedere gli aspetti positivi per cui si rivedono gli amici, si ride e scherza, si condividono tante cose e si passano anche dei bei momenti. Non ha senso stare male prima di iniziare, i problemi vanno affrontati man mano che si presentano, senza ansia anticipatoria”.
“Questo stress eccessivo non può che rappresentare un campanello d’allarme per il nostro sistema scolastico – aggiunge Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net – non possiamo che chiederci come sia possibile che gli studenti, al di là del normale malumore per la fine dalle vacanze estive, anziché provare entusiasmo per l’inizio del nuovo anno, siano per la maggior parte in preda all’ansia. Ritengo quindi che questa possa essere l’occasione per riflettere sui metodi didattici delle nostre scuole, forse lontani dal punto di vista dei nostri studenti. Per esempio, se i compiti per le vacanze chiedessero di analizzare un brano di Fedez, magari i ragazzi li farebbero più volentieri e ora avrebbero meno ansia di affrontare gli insegnanti”.