Napoli – In pochi giorni, boom di richieste per recarsi ad Ospedaletto d’Alpinolo ed essere presenti alla 18^ edizione della “Juta a’ Montevergine”. Provengono non solo dal Sud, dalla Campania in particolare, ma anche da fuori, da Bologna, Firenze, Perugia e Roma in primis. Il Comune di Ospedaletto sta lavorando intensamente per rendere sempre più accogliente il piccolo comune ai piedi del Santuario della Madonna Nera, per coniugare tradizione ed innovazione, per far rivivere l’antico con tanti aspetti di modernità. L’evento, in programma i giorni 10, 11 e 12 settembre, è stato presentato nella sede del Consiglio Regionale della Campania. L’Irpinia e le aree interne alla ribalta nel capoluogo, a dimostrazione di un vento di cambiamento che potrebbe riconoscere per l’appunto nelle zone non costiere un nuovo tipo di attrattore turistico. “Si tratta di una manifestazione molto sentita in Campania – ha sottolineato la presidente del Consiglio Regionale Rosetta D’Amelio – un’antica tradizione che porta segni di modernità, se pensiamo negli anni a quanto ha rappresentato dal punto di vista dell’accoglienza. Montevergine è un luogo molto importante per il turismo religioso, su cui la giunta regionale punta molto, come dimostrano gli investimenti per cinque milioni di euro, di cui due solo sul turismo religioso”. Montevergine, noto per l’ascesa al santuario ma anche per la tradizione della Mamma Schiavona, la Madonna di Montevergine, a cui sono devoti i “femminielli” napoletani, è un luogo di pellegrinaggio di primo piano. “Montevergine – ha confermato D’Amelio – conta un milione di turisti religiosi l’anno. Se questo turismo diventasse più stanziale potrebbe essere per una provincia piccola come quella di Avellino, una grande risorsa: dobbiamo persuadere chi arriva che si può godere del turismo religioso ma anche di quello culturale ed enogastronomico. A partire dalla “juta” possiamo fare investimenti che segneranno la svolta sul piano di occupazione e della qualità dei servizi, soprattutto in aree interne che vivono il rischio della desertificazione”. Anche per questo la Regione Campania ha investito 45.000 euro per le tre giornate della “Juta a Montevergine”, sostenendo il Comune di Ospedaletto che organizza un ricco calendario di spettacoli, con concerti musicali, sfilata di carri e artisti di strada. Nel corso della manifestazione il Comune allestirà un angolo “social” e “sociale” nel giardino comunale in cui ci sarà anche un’installazione d’arte moderna fatta con le scarpe donate da donne che hanno subito violenze, a sostegno della prima casa rifugio per donne maltrattate che sarà aperta in Irpinia proprio ad Ospedaletto il 14 settembre, su iniziativa dell’amministrazione, di Casa Sulla Roccia e della Cooperativa Demetra. Il Comune sta anche per lanciare una chiamata agli artisti per aprire un Museo Interattivo sul tema dei pellegrinaggi sacri. “La tradizione della Juta – ha spiegato il sindaco di Ospedaletto Antonio Saggese, presente alla conferenza stampa insieme ai consiglieri comunali Carlo Preziosi e Nadine Sirignano che seguono direttamente l’organizzazione della tre-giorni- è millenaria e risale a tempi pagani. La tre giorni in arrivo è tipicamente legata alla tradizione: anticamente c’era infatti la sosta ai piedi del santuario e la mattina si saliva al santuario a piedi, come forma di penitenza visto che la salita è di 6 chilometri e prevede una sosta alla cappella dello “scalzatoio” dove i fedeli si toglievano le scarpe e salivano a piedi nudi fino al santuario. Poi si ascolta la messa e si torna in paese dove si partecipa al lato pagano della festa”.