CERRETO SANNITA- I fatti di ieri l’altro occorsi ad Airola con la rivolta all’interno del carcere minorile e la messa a soqquadro di alcune sezioni della struttura carceraria. Sul fatto interviene il neo vescovo della Diocesi di Cerreto-S.Agata-Telese Mons. Battaglia che rivolge la sua più profonda solidarietà e vicinanza umana al personale penitenziario, in particolar modo a chi è rimasto ferito negli scontri, ma anche ai ragazzi, “sia a quelli che all’interno del carcere sono stati a loro volta vittime di gesti e dinamiche decise da altri, sia a quelli che pur nel modo peggiore e privo di rispetto verso se stessi e gli altri, esprimono comunque un loro malessere”.
Da parte di Mons Battaglia “nessun rispetto e nessuna solidarietà per le mafie e la cultura mafiosa che provano ad incarnare la loro spirale di morte anche nelle vite, nelle scelte e nella dignità dei più giovani, cercando adesione e manovalanza anche nelle carceri”. È necessario cambiare la cultura della pena investendo in educazione, risorse ed energie. Battaglia fa riferimento al cardinale Martini quando afferma che c’è bisogno di pensare a pene “alternative alle pene”. Mons Battaglia annuncia che il suo avvento in qualità di nuovo Pastore della Diocesi di Cerreto-S.Agata-Telese sarà proprio dal carcere minorile di Airola. “Mi auguro, termina il Vescovo nella sua nota, “che per il mio ingresso non venga abbellito nulla della verità di un luogo e di un sistema a cui occorrono anni di umanità, solidarietà e alto senso della giustizia. Ho deciso di fare il mio ingresso a partire da Airola non per compiere un gesto simbolico, ma come presenza concreta della vicinanza della Chiesa e di questa concreta Chiesa di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti alle storie di dolore, di disagio, di errori e, insieme, di speranza. E questa chiesa vuole e deve essere presente lì, dove c’è ogni forma di disagio per provare a trasformare ogni disagio in opportunità”.