NAPOLI – La vendemmia 2016 in Campania è prevista in circa 1,23 milioni di ettolitri (elaborazioni Coldiretti su dati Ismea). Un dato in calo rispetto all’anno precedente, ma che risale da 1,18 milioni di ettolitri del 2014. Molto dipenderà dal mese settembre ma le condizioni attuali non lasciano dubbi su una annata di ottima qualità, nonostante i danni da gelate, grandinate e forti piogge. Il calo colpisce soprattutto l’Irpinia, dove il fenomeno delle gelate primaverili ha bruciato a macchia di leopardo un po’ tutti i vitigni. Al momento si prevedono cali dal 15 al 20%. Più diversificata la situazione nel Sannio, dove le gelate sono state meno virulente. Il calo si dovrebbe attestare tra il 10 e il 15%. Gli eventi atmosferici, tuttavia, hanno colpito in periodi lontani dalla maturazione. Se l’andamento della stagione resta nella norma, i produttori prevedono un’ottima qualità dei vini. Peraltro si allontana l’ipotesi di una vendemmia anticipata, come si prevedeva. I tempi agronomici dei vigneti resteranno quelli tradizionali.
“Veniamo fuori da tempi difficili per la viticoltura – spiega Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania e vicepresidente azionale – dopo i danni subiti dalle calamità naturali. Prima l’alluvione nel Sannio e poi le gelate in Irpinia hanno messo a dura prova il comparto. Ma i nostri produttori hanno dimostrato di saper reagire, seguendo peraltro un trend positivo che punta sempre più sulla qualità. Questa è la vera sfida per il futuro dei nostri vini. Le reazioni dei mercati e la mole di premi raccolti dimostrano che non abbiamo nulla da invidiare a nessuno”.
In Campania sono stati censiti 23.185 ettari di vigna, di cui 9.500 iscritti a DOC, pari al 41% del totale e 13.670 non DOC. Restringendo il confronto alle DOC, Benevento è la principale provincia produttrice. Due terzi dei 4500 ettari a DOC sono Aglianico e Falanghina, con il restante terzo praticamente sparpagliato su tantissimi vitigni. Segue Avellino, che ha il 50% dei suoi 3100 ettari DOC piantati a Aglianico, mentre una buona parte del resto è fatto con Greco e Fiano. La patria del Piedirosso è invece Napoli, che rappresenta 230 dei 341 ettari DOC del vitigno e insieme alla Falanghina è il vitigno più importante della provincia.