BENEVENTO – Si è spento questa mattina, all’età di 55 anni, l’avvocato Francesco Castracane. Volto noto a Benevento, per aver ricoperto per tanti anni la carica di presidente provinciale dell’Associazione Italiana Arbitri, combatteva, da tempo, contro un brutto male. Un lutto per il mondo del calcio e di tutto lo sport che ha gettato i tanti conoscenti ed amici in una terribile amarezza.
Lascia la moglie Marilia Capitanio, sostituto procuratore presso il Tribunale del capoluogo e due figli, Camilla e Giuseppe. Avvocato molto apprezzato in città oltre che per la sua attività professionale anche come consigliere dell’Ordine forense. Domani mattina i funerali nella chiesa del Sacro Cuore.
Immediate le condoglianze del presidente Alberto Mazzeo ed i consiglieri dell’Ordine degli avvocati di Benevento che – tramite una nota – esprimono “sentito e profondo cordoglio per la morte del collega Francesco Castracane, ricordano le doti umane e professionali, l’impegno e la passione nella difesa dei propri assistiti, la competenza indiscussa mostrata all’interno del Consiglio dell’Ordine nello svolgimento di qualsiasi incarico. Alla famiglia, alla moglie Dottoressa Maria Lia Capitanio, ai figli Camilla e Giuseppe, alla mamma, alle sorelle ed al fratello è quindi rivolto il saluto commosso dei Consiglieri dell’Ordine che hanno perduto un prezioso punto di riferimento”.
Arriva il cordoglio anche di Fioravante Bosco, arbitro benemerito sezione Aia Benevento: “L’amico Francesco Castracane, arbitro, dirigente sportivo, avvocato e mediatore civile non è più. Questa mattina, pur essendo in Salento, la notizia non ha tardato ad arrivare nella sua tristezza più assoluta. Avevamo cominciato quasi contemporaneamente l’hobby dell’arbitraggio, giovanissimi e carichi di tante belle speranze. Allora il presidente degli arbitri era Vincenzo Giuliano, un galantuomo d’altri tempi, mentre alla presidenza della Figc sannita c’era il papa di Francesco, Giuseppe Castracane. Due miti, due persone che tanto ci hanno aiutato sotto l’aspetto della crescita sportiva e caratteriale. Di Francesco mi rimane il sorriso, la sua immensa umanità e la capacità di non arrabbiarsi mai. L’ultima volta che ci eravamo visti mi aveva detto: “Non preoccuparti, sto lottando”. Purtroppo il miracolo di cui mi aveva parlato Giuseppe Maio, medico sportivo ed ex arbitro, e per ultimo il fratello Stefano, solo qualche giorno fa, non c’è stato. Ci mancherai Francesco, hai fatto tanto per la nostra Associazione, e noi pregheremo per te affinché Dio ti accolga tra gli eletti”.
