MONTESARCHIO – Quando si fa parlare di sé, quando si rimane nella storia. E non voglio essere per nulla apocalittico. Ma in questi anni ho avuto modo di notare e constatare che quando nella propria personalità è insita la nobiltà si è “duri a morire”. Alludo a Donato Mataluni e a 11 anni dalla sua tragica morte – in quel triste 25 luglio del 2005 – voglio porgere il mio semplice contributo, cercando di fare quanto nelle mie possibilità, ad un ragazzo che per un breve periodo ha incrociato la mia vita. Sia chiaro, non siamo mai stati grandi amici, ma più che conoscenti, per il semplice fatto che ciò che ci ha legati è stato un breve periodo nella squadra del Montesarchio calcio. precisamente abbiamo fatto il settore dei “Giovanissimi” ed “Allievi” insieme.
Sia altrettanto chiaro che non sono mai stato un campione di calcio, Donato era più bravo di me, ma insieme eravamo una bella coppia ed ottenemmo anche bei risultati in quegli anni. Chi faceva parte di quella rosa potrà testimoniarlo. In modo anomalo il nostro mister di allora, Carlo, ci schierò entrambi a centrocampo. Lui più esterno a destra e io a sinistra. E fu quello il piccolo legame che ci unì in quegli anni. C’era sintonia, ma non poteva che essere così, perché anche in quelle occasioni ebbi modo di conoscer un ragazzo estremamente umile con dei modi di fare distinti. Mai un urlo, mai un rimprovero. Era così. Pacato, ma allo stesso tempo forte in campo. Come nella vita.
Le nostre strade poi si divisero e in seguito a quel tragico evento letale – appreso da me tramite un orribile manifesto da in un giorno che ricordo ancora – ho seguito negli anni la sua carica “leaderistica” che Donato ha portato con sé negli anni. La stessa carica che aveva in campo.
A Donato oggi è stato intitolato un campo sportivo nella località Varoni, una frazione di Montesarchio, i genitori inoltre fanno parte di un’associazione , “I figli del Paradiso” che oltre a dare sostegno morale a tutte le famiglie che vengono colpite da tali lutti, si impegna in un progetto in Madagascar, tramite suor Gertrude, nel sostenere tanti bambini soli nel mondo.
Altro progetto importante che risalta alla mente è una scuola in Togo che porta il nome di Donato finalizzata a dare sostengo per l’Istruzione ai minori in età scolare.
Ecco, solo un animo nobile può dar seguito a tali iniziative, solo un animo distino può avere la capacità di concentrare intorno a sé, intorno al suo ricordo, a distanza di anni, tutte queste energie. Donato ne sprigionava tante, a me per primo, nonostante il breve periodo e la non profonda conoscenza che avevamo.
E con tale articolo ho cercato di non essere né banale, né tanto meno scontato, ma ho semplicemente voluto mettere nero su bianco ciò che un ragazzo ha saputo trasmettere durante la sua esistenza terrena. E come me, sicuramente, a tanti altri.
Prerogativa questa di chi è destinato ad essere ricordato, prerogativa di un leader.