“Con circa 4 milioni di esami all’anno e 40 mila di dati raccolti in una griglia di tutto il territorio regionale – ha affermato Limone – possiamo dire tranquillamente che la Campania non è la terra degli avvelenatori. Una mole di lavoro messo in piedi grazie ai progetti della Regione come Campania Trasparente, Spes e QrCode. Noi abbiamo una terra di grandi qualità agroalimentari, fertile e produttiva, in grado di offrire le massime garanzie ai consumatori”.
“Abbiamo voluto fare un’operazione verità – ha aggiunto Masiello – perché è necessario rompere il muro del silenzio che copre le buone notizie. Si è parlato tanto e male della Campania quando imperversava la vicenda “terra dei fuochi”, oggi che possiamo avere dati reali sulla qualità dei nostri prodotti non riusciamo a vantare un’eccellenza. C’è una Campania diversa da quella brutta sporca e cattiva che è stata dipinta, fatta di rispetto del territorio, innovazione e attenzione ai processi produttivi. Lo testimonia l’Istituto di Portici, di cui siamo particolarmente orgogliosi. Questi laboratori condividono la stessa condanna al silenzio. Sono all’avanguardia e sono un fiore all’occhiello dell’Italia e dell’Europa, ma quello che viene fuori da qui fa fatica a trovare interesse. Eppure sfido chiunque a dimostrare che i prodotti importati in Italia possano dimostrare la stessa maniacale attenzione con cui vengono controllati i nostri. Il marchio di infamia che è stato attaccato sulla faccia di questa terra va stracciato via. Noi agricoltori eravamo sicuri di questo, oggi a confermarcelo sono le ricerche messe in campo da un Istituto dello Stato”.