In Campania è fuga dall’università. A riverarlo “Il Corriere del mezzogiorno”, che lancia il segnale d’allarme, che non è certo il primo ma questa volta è particolarmente «sonoro»
La novità, al contrario, è che nell’anno accademico 2015-16 il trend si è invertito in quasi tutta Italia, perfino nelle Isole. L’incremento oscilla dall’1,8 per cento al Centro fino al 5,2 nel Nord-Est. Nel Sud, però, il dato è di segno opposto:-2,1 per cento. Cioè va peggio di prima. Il rapporto riferisce di un aumento complessivo degli immatricolati di 271 mila unità in Italia. «Rispetto all’anno precedente — aggiunge — si registra una ripresa dei nuovi ingressi (di circa 6.000 studenti, +2 per cento) che risulta ancora più evidente per gli immatricolati di età non superiore ai 19 anni (+3 per cento)».
Il Focus si concentra poi sul tasso di passaggio dalla scuola all’università, che risulta mediamente in crescita: più della metà dei diplomati si iscrive quest’anno a un corso di laurea subito dopo l’esame di Stato e il trend risulta in crescita dopo una lunga fase negativa. Anche questo dato, tuttavia, è differenziato nelle diverse aree del Paese, con un massimo nel Nord-Ovest (54,1 per cento) ed un minimo nelle Isole (43,6 per cento). Analizzando in modo dettagliato i dati disaggregati per regione, emerge che la Campania è tra quelle in cui i ragazzi presentano meno propensione a proseguire gli studi subito dopo il diploma. Nell’edizione precedente, lo studio citava un altro dato interessante, quello relativo alla percentuale di diplomati che si sono iscritti ad atenei al di fuori della propria regione di residenza. E la Campania risulta quart’ultima con il 14,1 per cento di ragazzi partiti per andare a studiare altrove. Dalla Lombardia e dal Lazio, per avere termini di paragone, s’è trasferito il 9,2 per cento dei diplomati. Dalla Sicilia il 28,4. Queste percentuali sembrano rassicuranti, ma il dato assoluto lo è molto meno.
Dove vanno a studiare gli emigranti della laurea? Dalla Campania si spostano soprattutto nel Lazio e in Lombardia, in parecchi casi per frequentare università private. Il flusso verso l’area di Roma è gradualmente cresciuto da 1.582 immatricolati campani del 2001-02 a 2.367 del 2010-11 per poi calare a 1.960 nel 2014-15. Verso Milano l’esodo è più contenuto ma in costante aumento: 312 nel 2001-02, 464 nel 2010-11, 566 nel 2014-15. Si potrebbe obiettare che anche dalla Lombardia c’è chi parte per andare a laurearsi altrove. Ed è vero, ma a fronte di circa 40 mila immatricolati l’anno, gli emigranti erano 4.266 nel 2001-02 e successivamente si sono mantenuti al di sotto di quota 4 mila. Le loro destinazioni preferite? Emilia Romagna e Veneto. Qualcuno viene anche da noi, davvero pochi e in misura stabile: 89 nel 2001-02, 93 nel 2013-14, 88 nel 2014-15. Oltre alla manciata di ragazzi lombardi, ad immatricolarsi nelle università della Campania quanti altri arrivano da altre regioni? Dal Lazio nello scorso anno accademico ne sono venuti 394, dalla Calabria – che in passato costituiva un bacino d’utenza dei nostri atenei – solo 239, dalla Sicilia 421. Troppe partenze, pochi arrivi: i conti non tornano.