Si respira ancora un’aria cupa a contrada Pantano, lì dove sei mesi fa la furia dell’acqua ha preso il sopravvento portandosi via sacrifici di una vita di commercianti e residenti della zona. Passeggiando lungo la strada, lì dove sei mesi fa era impossibile camminarci, è possibile “ammirare le bellezze” dei tanti reperti lasciati lì a giacere per terra in balia del loro destino. Terreni coltivati che ad oggi sembrano tappeti di cemento, rifiuti dell’alluvione gettati sul ciglio della strada e che dopo mesi restano ancora fermi senza una destinazione. Simbolo di quella tragedia sono sicuramente gli alberi spezzati e deteriorati dalla foga del fiume che prepotentemente ha lasciato i suoi segni evidenti. Il vivaio “Ciampi” ne sa qualcosa di quella maledetta nottata del 15 ottobre, le serre sono vuote, la ferita è ancora aperta e difficilmente guarirà del tutto. Un quadro desolante a Pantano, ogni angolo del quartiere sembra uno spigolo “di guerra” e pare che il tempo si sia fermato ad ottobre. Lentamente si sta tornando alla normalità, le strade e le abitazioni colpite dall’evento stanno tornando a brillare ma non di luce propria, ci si arrangia in quella contrada che ancora oggi , nonostante fiammeggia il sole di una calda primavera, l’estate di Pantano si intravede “poco”all’orizzonte e la “pugnalata” resta. Benevento deve rinascere.