A sei mesi dall’alluvione che ha colpito il nostro Sannio. Sei mesi di riflessioni, sei mesi da quella maledetta notte che i beneventani non dimenticheranno tanto facilmente, quella furia impetuosa di vento acqua e grandine che fece ingrossare il fiume Calore spazzando via oltre i terreni e gli animali anche abitazioni allagate e persone salvate per miracolo. Quella notte non ci furono vittime, ma solo danni per un territorio già da tempo in crisi. Sei mesi e nulla o poco è stato fatto, da chi doveva intervenire in tempo, vedi il Governo. Un evento di quella portata messo da parte dai politici, una tragedia seppur evitata, forse troppo ingombrante e di grosse dimensioni per restare nei pensieri di chi ogni giorno amministra una Nazione.
Ebbene sì oggi 15 Aprile, a sei mesi da quel maledetto giorno, in città vediamo un quartiere Ponticelli, rinascere da solo con le proprie gambe. Esercizi commerciali che sono ritornati alla normalità, bar, lavanderia, tabacchino, edicola, e la sede dell’Asia di Benevento piano piano stanno tornando a respirare dopo che, i detriti dell’argine avevano divorato la realtà che li circondava. Sei mesi passati nell’indifferenza anche a Contrada Pantano dove lì la furia dell’acqua, ha sommerso i sacrifici di una vita. E’ rinata seppur a rilento anche la zona industriale di Ponte Valentino, cuore pulsante ed economico della città. Lì le industrie hanno riavviato la propria attività, vedi il Pastificio Rummo o Minicozzi, che da una settimana hanno riaperto i battenti definitivamente, ma ci sono voluti ben sei mesi per ritornare alla normalità. Insomma Benevento si sta rialzando ma non basta. Occorre non gettare nel dimenticatoio la tragedia dello scorso 15 ottobre, c’è bisogno dell’apporto di tutti per superare gli strascichi della furia dell’acqua.
