Tarsu e Tari sono gli incubi degli italiani ma in special modo dei beneventani che a causa di notizie infondate, restano ancora confusi sull’argomento. Per schiarire le idee è quindi intervenuto il Comune di Benevento, il quale con una nota stampa, ha voluto fare chiarezza e mettere i puntini sulle i.
“La questione, precisano dall’ente comunale- è stata oggetto di attenzione dinanzi a diverse Sezioni della Commissione Tributaria di Benevento sin dai primi mesi dello scorso anno e già dallo scorso luglio sono state depositate le prime pronunce, peraltro, in moltissimi casi favorevoli al Comune e in taluni casi anche con condanna del contribuente alle spese processuali. Pertanto, appare inconsistente il dedotto generalizzato da alcuni contribuenti relativamente ad una sentenza emessa solo a loro favore da una delle Sezioni della Commissione tributaria (sentenza, peraltro, di primo grado).”
“Tale pronuncia non tiene conto delle ragioni del Comune che inconfutabilmente dimostrano che non vi è decadenza e prescrizione, atteso che il versamento per la Tarsu 2009, stante l’ottemperanza alla Finanziaria 2007 (normativa referente) avrebbe dovuto essere effettuato entro l’anno 2010 (i versamenti sono stati richiesti in tale anno), per cui l’Ente avrebbe potuto notificare gli avvisi di accertamento entro il 31 dicembre 2015. Il Comune ha anche anticipato l’avvio dell’accertamento con un sollecito di pagamento che costituisce atto interruttivo della prescrizione nell’anno 2012 e pertanto la scadenza si sposta ulteriormente nell’anno 2017.La sentenza in oggetto, dunque, non solo trascura di valutare atti presentati dall’Ente ma si esprime diversamente, come riconosciuto dallo stesso dispositivo, da un orientamento tenuto dalla stessa Sezione o da altre sezioni della Commissione stessa. Per queste ragioni, il Comune procederà all’impugnativa di detta sentenza dinanzi alla Commissione Tributaria Regionale”.
“Le notizie apparse, -concludono dal Comune-, non hanno quindi tenuto conto che una sentenza favorevole ad alcuni contribuenti, peraltro appellabile, non può essere divulgata quale unico “responso” delle quattro sezioni di volta in volta interpellate. Nel ribadire la correttezza della procedura attivata dai competenti uffici comunali, è di tutta evidenza che comunicati generalisti diventano fuorvianti per la opinione pubblica e generano confusione e aspettative in una materia già molto complessa”.