La gestione separata dell’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) in Italia è un regime previdenziale obbligatorio destinato ad alcune categorie di lavoratori autonomi e professionisti.
Si tratta di un sistema di contribuzione individuale che prevede la costituzione di un fondo previdenziale personale per ciascun iscritto.
Comprendere i suoi meccanismi non è facile!
Se ti stai chiedendo la gestione separata INPS come funziona, questa è la guida che fa per te!
La gestione separata è rivolta a lavoratori che esercitano un’attività autonoma senza essere iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria, come i lavoratori dipendenti o gli iscritti all’assicurazione obbligatoria per gli artigiani e commercianti (gestione commercianti/artigiani).
I lavoratori iscritti alla gestione separata dell’INPS devono versare i contributi previdenziali in base ai propri redditi professionali, che servono a finanziare le prestazioni previdenziali, come: la pensione di vecchiaia, l’indennità di malattia, l’indennità di maternità e altre prestazioni previste dalla normativa.
I contributi previdenziali per la gestione separata dell’INPS sono calcolati sulla base di aliquote definite annualmente e sono a carico esclusivo del lavoratore, senza alcun contributo a carico del committente o del datore di lavoro.
È importante sottolineare che la gestione separata è un regime previdenziale obbligatorio per alcune categorie di lavoratori autonomi, ma non per tutti. Alcuni esempi di professionisti che rientrano nella gestione separata includono i liberi professionisti, i collaboratori coordinati e continuativi (co.co.co.), gli agenti di commercio, gli iscritti alla cassa previdenziale degli avvocati e altri.
Chi non si avvale dell’aiuto di un esperto del settore tributario e/o commerciale, sa bene quanto è difficile comprendere gli iter di iscrizioni previsti dall’INPS.
Per iscriversi alla gestione separata dell’INPS in Italia, è necessario seguire i seguenti passaggi:
Munirsi di codice fiscale, ottenibile presso l’Agenzia delle Entrate, in maniera autonoma o tramite un intermediario autorizzato.
Comunicare l’inizio dell’attività come lavoratore autonomo, utilizzando diversi moduli, a seconda della categoria di appartenenza. Ad esempio, per i liberi professionisti, si utilizza il modello AA9/11, mentre per i collaboratori coordinati e continuativi (co.co.co.) si utilizza il modello AA9/12. In questo caso è importante informarsi bene sul sito INPS o tramite un professionista del settore, che eviterà al lavoro autonomo di commettere errori.
Registrarsi presso l’INPS come lavoratore autonomo compilando il modulo di iscrizione specifico per la gestione separata dell’INPS (solitamente il modello AA9/11 o AA9/12, a seconda della categoria di lavoratore).
Versare i contributi previdenziali alla gestione separata dell’INPS, calcolati in base ai redditi professionali e alle aliquote previdenziali in vigore. Onde evitare sgradevoli sorprese, è importante tenere traccia dei propri redditi e assicurarsi di effettuare i versamenti contributivi nei termini stabiliti.
Notando la complessità dell’iter di iscrizione, sarà chiaro capire che avvalersi di un consulente previdenziale o di un commercialista, è la strada migliore per ottenere un’assistenza personalizzata e sicuramente corretta.
Sebbene il mondo della gestione separata INPS possa sembrare complesso, essa nasconde vantaggi non di poco conto, come ad esempio la copertura previdenziale obbligatoria che garantisce ai lavoratori autonomi la possibilità di accedere a prestazioni previdenziali, come la pensione di vecchiaia, l’indennità di malattia, l’indennità di maternità e altre prestazioni previste dalla normativa.
Altro vantaggio, è la contribuzione individuale, in quanto nella gestione separata, i contributi previdenziali sono calcolati in base ai redditi professionali del singolo lavoratore autonomo. Ciò significa che i contributi versati vengono destinati al fondo previdenziale personale dell’iscritto. Questo può fornire una maggiore trasparenza e controllo sulle proprie contribuzioni e potenziali prestazioni future.
Tra i punti di forza della gestione separata, vi è anche l’indipendenza da datori di lavoro, poiché la gestione separata è basata sulla contribuzione individuale. I lavoratori autonomi, quindi, non dipendono da datori di lavoro o committenti per l’assolvimento degli obblighi previdenziali. Sono responsabili direttamente dei propri contributi e dell’adesione alla gestione separata.
La gestione separata dell’INPS offre anche una certa flessibilità ai lavoratori autonomi, che possono adattare i propri contributi in base ai propri redditi, aumentandoli o riducendoli in base alle necessità finanziarie o all’andamento dell’attività.
Infine, la gestione separata dell’INPS può essere integrata con forme volontarie di previdenza complementare. I lavoratori autonomi hanno la possibilità di aderire a fondi pensione privati o ad altre forme di previdenza integrativa per aumentare la propria copertura previdenziale.
È importante sottolineare che i vantaggi specifici della gestione separata dell’INPS possono variare in base alle esigenze individuali e alle circostanze personali. È sempre consigliabile consultare un consulente previdenziale o un commercialista per valutare attentamente le opzioni e prendere decisioni informate sulla gestione previdenziale più adatta alle proprie esigenze.
Nella gestione separata dell’INPS, ci possono essere alcuni errori comuni che i lavoratori autonomi potrebbero commettere, specialmente se decidono di agire in autonomia, senza l’aiuto di un esperto.
Ecco alcuni degli errori più frequenti nella gestione separata:
Mancata comunicazione dell’inizio dell’attività: è importante comunicare tempestivamente all’INPS l’inizio dell’attività come lavoratore autonomo. Questo passaggio è fondamentale per avviare il processo di iscrizione alla gestione separata e per evitare sanzioni o penalità.
Errata determinazione dei redditi professionali: i contributi previdenziali nella gestione separata sono calcolati in base ai redditi professionali del lavoratore autonomo. È essenziale determinare correttamente questi redditi e assicurarsi di versare i contributi in base a tali cifre. Gli errori nel calcolo dei redditi possono portare a contribuzioni inadeguate o a sanzioni.
Ritardi nei versamenti contributivi: i contributi previdenziali devono essere pagati nei termini stabiliti. Ritardi o mancati pagamenti possono comportare sanzioni e interessi di mora. È importante gestire in modo accurato i pagamenti dei contributi e rispettare le scadenze.
Mancata integrazione con previdenza complementare: la gestione separata può essere integrata con forme di previdenza complementare, come fondi pensione privati. Tuttavia, alcuni lavoratori autonomi potrebbero trascurare l’opportunità di aderire a tali programmi e perdere i benefici di una copertura previdenziale più ampia.
Mancanza di pianificazione previdenziale: alcuni lavoratori autonomi possono non pianificare adeguatamente la propria situazione previdenziale. Questo potrebbe comportare una copertura previdenziale insufficiente per il futuro. È importante valutare attentamente le proprie esigenze previdenziali e adottare una strategia di risparmio e contribuzione adeguata.
Per evitare questi errori, è consigliabile consultare un consulente previdenziale o un commercialista esperto per ottenere orientamento personalizzato e garantire la corretta gestione della propria posizione nella gestione separata dell’INPS.